venerdì 3 febbraio 2017

Monte Elefante - Fiction - 200m - 3+

Fare il passeggero, una volta ogni tanto, è veramente divertente. Finalmente riesco a salire questa bella linea che in questi ultimi anni, o non è entrata in condizione o io ho perso per i mille impicci che ci flagellano la vita.
Quest'anno l'ho colta al volo, scommettendo sulle condizioni e sfidando anche il meteo non proprio amichevole.

Vista della Valle Scura durante il traverso. La visibilità migliore della giornata
Le previsioni danno nebbia e visibilità pessima. Io e Alessandro ce ne freghiamo altamente e alle 8 e 30 siamo al parcheggio del Sebastiani che non sembra abbia intenzione di aprire quest'anno.
Siamo talmente carichi che partiamo senza corde!
A passo di carica torniamo indietro all'automobile, in tempo per trovare una compagni di cinque persone che, come noi è diretta su Fiction. Incredibile.
L'Elefante è una montagna austera, la sua parete nord è invisibile se non dalla vetta del Terminillo, poco frequentata (a torto). Noi becchiamo fila di giovedì.
Incredibile.
Ripartiamo verso la cresta che porta direttamente alla vetta dell'Elefante.
Si vede poco o nulla, soffia un vento costante, fastidioso ma non particolarmente freddo. Dopo qualche saliscendi, un po' dubbiosi, considerata la mancanza di punti di riferimento, prendiamo a scendere verso la Valle Scura per poi cominciare il fastidioso traverso che ci porterà sotto l'attacco della via.


Attacco di Safari?
Mentre scorriamo sotto la prima fascia rocciosa, quella che porta alla rampa d'attacco della Diretta Nord, vediamo ghiaccio e una colata che dovrebbe essere il primo tiro di Safari.
Ci sono buone speranze.
Aggirato il successivo costolone entriamo nel canale che porta sotto il primo salto della nostra via. Il ghiaccio c'è! La colata non è proprio grassa, anzi, rispetto a tante foto che si vedono in giro è magrina, ma c'è quello che serve.
Alessandro si prepara. Gli cedo con grande piacere la conduzione della cordata.



Primo salto di L1

Mentre il socio attacca giungono i nostri vicini di scalata.


Dentro il canale siamo protetti dal vento ma non riesco a sentire bene Alessandro, ma ha capacità e motivazione e la sua progressione è costante. Dopo il primo salto, un bel muro di 15m fino a 80°-85°, mi sparisce dalla vista e io sento solo la corda che fila, il chiacchiericcio delle altre cordate e i rumori della montagna.
Ogni tanto vengo investito da ghiaccio che vola sibilando.
Finalmente tocca a me.
Parto e comincio a salire. Il ghiaccio è buono, tiene bene, plastico a parte qualche sezione poco portante. Da secondo spendo più energie a sfilare le viti che a scalare, ma è veramente goduriosa la sensazione di tranquillità con sui progredisco in verticale.

Il secondo salto di L1
Esco dal primo muro, cui segue un breve ripiano appoggiato e poi salgo il secondo più facile salto che mi conduce rapidamente sul canale di collegamento con il secondo tiro.


Ovviamente la sosta sulla sinistra non si vede. Alessandro ha attrezzato gli ancoraggi su friend e sperone, a cui aggiungiamo un chiodo per sicurezza.
La neve è abbastanza inconsistente e si fa fatica a star fermi.
Il socio si riaddobba e riparte di corsa: nel frattempo, infatti, arriva il primo degli altri, salito molto velocemente.
L'attacco del secondo tiro è duro, per un paio di metri in pratica strapiombante, poi bello verticale. Non si farebbe nessun torto a dire che il grado tecnico sta sul 4-, ma non vogliamo assolutamente esagerare.
Anche perchè più vado in giro e meno capisco di gradi.

Spettacolare

Questa volta non devo aspettare molto.
Attacco. Mi alzo e per superare lo strapiombino devo spaccare a destra e sinistra con le gambe per poi chiudere e ricentrare i piedi.
Da secondo è spettacolo puro. Da primo...complimentoni ad Alessandro. Il resto del muro non molla, ma il ghiaccio è discreto e si sale abbastanza bene.
Esco dentro al canale. La neve è crostosa sopra e non trasformata sotto e sprofondo fino a metà polpaccio.


Senza perdere tempo proseguo dentro al canale tirandomi dietro le corde e faticando non poco. Le pendenze sono attorno ai 50° con un paio di impennate fino a 60°-65°.
La nebbia non mi permette di capire dove sono e quanto manca, quindi senza troppi dubbi proseguo. Alessandro segue in conserva. La neve in qualche punto rende difficoltoso salire ma rapidamente raggiungo la cresta.
Mi accoglie un bel venticello teso.





Percorriamo le poche decine di metri di cresta che ci separano dalla vetta e poi ci togliamo di mezzo senza troppi indugi. Non è il meteo adatto per foto di vetta e bivacchi vari.


In quaranta minuti rientriamo al parcheggio.
Gran bella linea, gran capocordata, pessima giornata (ma in realtà veramente divertente).

Avvicinamento: dal parcheggio del rifugio Angelo Sebastiani si punta all'evidente cresta che conduce verso la vetta del monte Elefante e che è percorsa dal sentiero estivo (segno rossi e bianchi visibili con poco innevamento). Si supera quota 1921m si scende sempre lungo la cresta e si guadagna un'evidente selletta che da facile acceso alla sottostante valle.
Si entra e facendo attenzione si obliqua traversando verso la base della parete. Si supera una evidente e grossa fascia rocciosa e poi una seconda meno pronunciata. Si entra nel canale nevoso da cui già si vede la prima colata del primo tiro.

Materiale: nda, viti da ghiaccio, 3-4 chiodi da roccia per le soste, 2-3 fittoni per il proseguo del canale fino in cresta
Disl. via: 200m 
Durata: 3h
Avvicinamento: 1h30' 
Rientro: 1h30'

L1 - 3+ - 50m
Si attacca il primo muro su pendenze intorno agli 80°-85° abbastanza costanti per 15m (per le condizioni trovate, con condizioni buone di ghiaccio il tiro è meno sostenuto), per poi uscire su ripiano a 50° fino al secondo salto, 10m a 70°-75° fino ad uscire in vista del secondo tiro. Sosta sulle rocce a sinistra da attrezzare (chiodi non visibili)

L2 - 3+ - 50m
Si parte su forti pendenze (più dolci se con buone condizioni) poi sugli 80° per 10-12m. Si esce nel canale nevoso sui 50° e si prosegue fino ad uno sperone su cui si può fare sosta.

L3-L4 - 50° tratti a 65° - 100m
Si segue il canale fino ad uscire in cresta. Tratto difficilmente proteggibile se non con fittoni o corpi morti. Dall'uscita in cresta si prosegue facilmente verso destra fino in vetta.


Discesa: dalla vetta si prosegue seguendo l'evidente cresta in discesa fino alla selletta da cui si è attaccata la discesa sotto la parete nord. Da lì per il percorso di avvicinamento.

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